bimbilla

domenica 3 marzo 2019

Freak!

Ho iniziato ad usare i ‘social’ da piccola, alle medie ero l’unica ad usare MSN, all’epoca non era nemmeno un’app ma solo una browser chat. Ho avuto account su MySpace (ma non NetLog, perché era da ‘truzzi’), Flickr, Splinder (per chi lo ricorda), deviantART... Ho iniziato prestissimo a smanettare con HTML, CSS e Photoshop, cose che mi piacerebbe riprendere in mano, ma in questo nuovo web fatto di JavaScript, siti dinamici e artisti digitali mi chiedo sempre a che pro.

Mi rendo conto di non riuscire ad adeguarmi a Facebook, che dai miei coetanei viene generalmente usato, e probabilmente lo è, come una vetrina. A volte postavo mie opinioni su qualcosa, ma ho finito con il tornare su Twitter; a volte postavo foto di ciò che facevo o vedevo, ma non riesco ad accettare il meccanismo per cui si debba postare una foto ‘brutta’, o 100 foto per la maggior parte inutili, di una serata o di una vacanza; ogni tanto posto canzoni, senza commenti, come si usava fare sotto il nickname di MSN nella speranza di comunicare uno stato d’animo, mentre per lo più se si posta della musica lo si fa per affermare i propri gusti. Cerco di seguire pagine con temi che mi interessano, ma per come funzionano gli algoritmi del sito finisce per darmi noia tutto.

Instagram lo uso come Flickr, almeno quando lo tengo aperto, come ora. Anziché postare foto del cosiddetto ‘lifestyle’ (cosa mangio, cosa bevo, dove vado, chi vedo, come mi vesto), che al massimo metto ogni tanto nelle ‘storie’, cerco di postare solo foto che ritengo sotto qualche punto di vista esteticamente valide. I miei account preferiti sono quelli di arte e fotografia paesaggistica e naturalistica, per le cose veniali (sono forse un’insospettabile fanatica di make-up e alta moda) ho un account secondario dove prima o poi mi piacerebbe iniziare a postare foto dei miei make-up, ma mi chiedo se ne varrebbe la pena, non essendo né una MUA né un’accattivante Clio o simili.

Dopo varie indecisioni ho riaperto un blog, questo qui, ma oggi le persone che allora non usavano i social hanno un rapporto strano coi blog, specie quelli personali. Il 90% di chi mi segue mi risponde in chat privata o al limite su Facebook, su cui non mi piace condividere i miei post ma lo faccio per chi mi dice che altrimenti se li perderebbe. Mi piacerebbe avere anche un blog tematico di scrittura o mitologia, ma non trovo mai la giusta ispirazione. Un po’ ho nostalgia di quando i blog erano un’altra cosa, un po’ anche allora si trovava molto ciarpame mal scritto o tanta gente che parlava solo di politica e massimi sistemi.

Amo la musica ma ho gusti particolari, che non vuol dire più belli o più brutti di altri, credo siano semplicemente ‘complessi’, nel senso che non sono patita di un genere in particolare. Amo la musica classica, quasi tutti gli stili chitarristici, preferisco il metal con influenze classiche, ascolto il punk e la dark wave, il pop-rock anni ‘80, l’indie ma detesto il jazz e non ho mai capito i Nirvana. Spesso preferisco sorvolare sui miei gusti musicali e non condivido molto ciò che suono, perché non so a quanti interessi l’arpeggio di ‘Is there anybody out there’ o ‘Canon D’ suonata sulla banale chitarra classica anziché elettrica, come faceva anni fa quel ragazzino fenomenale su YouTube.

Sono sempre stata appassionata di mitologia, è iniziata con Dante, da bambina mia madre mi faceva leggere la Divina Commedia e intanto me la spiegava, mi innamorai perdutamente di Ulisse e della sua hybris, iniziai a leggere tutto quel che potevo su di lui e poi su tutta la mitologia greca. Negli anni ho aggiunto quelle romana, celtica e scandinàva (sì si pronuncia così, con questo accento qua), sempre alla ricerca di quel filo che partendo da Ulisse mi ha portata fino ad Odino. Negli anni non ho mai trovato spiriti veramente affini, mi sono iscritta a Scienze storico-religiose perché fuori dall’università c’era quasi solo attenzione per cose che per me non erano fondamentali e poca o nulla per cose che per me erano imprescindibili. Dentro l’università mi sono confrontata con un numero per me incredibilmente alto di persone che amano studiare il cristianesimo e i pochi che come me inseguono il politeismo sono per lo più fenomenologi o antropologi che storici.

Adoro la storia, le etimologie, la filologia, le genealogie, ricomporre a uno a uno i tasselli fino alle origini del mondo, degli dèi, degli uomini, seguire a ritroso gli spostamenti di genti, cercare di scoprire dove è cominciato tutto e com’era in principio. Inseguo Ulisse, Atena, Hermes, Odino e gli altri nel tempo, cerco i loro primi nomi, le loro prime forme, il primo popolo che li ha venerati attraverso quelli noti e le figure composite che conosciamo. Non sono una fenomenologa, amo le forme particolari e le ricostruzioni precise perché voglio arrivare all’esatta origine, al vero principio, non inferirlo facendo una media dell’idea di Dio. La storia degli uomini e dei popoli, fuori dagli ambiti accademici, viene utilizzata solo per provare la divisione tra le ‘razze’ o la diretta discendenza di una nazione o regione geografica da un qualche popolo il cui patrimonio genetico e culturale si è dissolto negli altri da secoli o millenni. A me piace avere origini tanto diverse tra loro e a un certo punto, arresami davanti all’impossibilità di ricostruirle da sola, ho fatto uno di quei test genetici di cui attendo curiosa il risultato. Avessi l’1% di ogni ‘etnia’ del mondo ne sarei solo che felice, sapere di raccogliere in me popoli e culture diverse mi farebbe sentire più parte del mondo che di una nazione.

Cerco di prendermi cura del mio lato spirituale, non sono e non riesco veramente ad essere monoteista, mi spiegarono che in questo c’è una ragione psicologica che dipende dalla nostra prima infanzia, ma si sa che in psicologia non ci sono due scuole concordi su qualcosa. Ho sempre avuto una divinità, un’ipostasi o un eroe ‘preferito’ in ogni pantheon che ho conosciuto. Mi interessano le pratiche che fanno acquisire consapevolezza delle proprie energie e connessioni spirituali, i Tarocchi e l’astrologia, molto meno le pratiche rituali. In questi ambienti è quasi impossibile trovare qualcuno che non sia almeno vegetariano, no-vax e contrario a farmaci e medicina moderna e non ne posso veramente più delle teorie pseudo-scientifiche di quelli che si ‘informano’.

Amo la poesia, l’illuminismo in filosofia e il romanticismo nell’arte, il fantasy e la fantascienza per le ideologie che veicolano. Sono medievalista nell’animo, non c’è dato storico che tenga di fronte a Tasso, Shakespeare o Tolkien, non mi importa nulla di tecnologie futuristiche ma invidio il genio di Asimov. Spesso mi arrendo di fronte a chi non comprende l’importanza di Boromir o Sam, non trema per il ‘ritorno del re’, preferisce ‘Romeo e Giulietta’ al ‘Macbeth’ o non empatizza per gli androidi di Asimov e non coglie le sue allegorie.

In tredici anni di diritto al voto non ho mai saltato un’elezione di qualsiasi tipo. Non parlo volentieri di politica perché sono una di quelli che si infervora. In generale trovo tutti disturbanti, anche quelli che votano ciò che voto io. Escluso il periodo dell’adolescenza, quando certe appartenenze anacronistiche sono quasi un obbligo, non mi sono mai identificata completamente in un partito o orientamento politico. Sono una di quelle persone che apprezza la satira pure sui ‘propri’ politici, mi sfugge completamente il concetto di censura e probabilmente se qualcuno si affidasse solo ai miei like su Twitter non riuscirebbe nemmeno a capire cosa voto, e infatti mi ritrovo sempre seguita da qualche leghista.

Volevo fare una distinguo, parlando, tra web e vita reale, ma mi rendo conto che non riesco a tracciare questo confine in modo netto, perché ormai è quasi impossibile non frequentare anche on line le persone della vita di tutti i giorni. Una quindicina di anni fa, da adolescente ‘nerd’, non speravo altro, oggi sono contenta di essere sempre in contatto con alcune persone, ma per la maggior parte questa sensazione di non poter staccare mai a volte mi angoscia.

Una volta mi sentivo speciale e diversa, ‘strana’, poi ho capito che lo stesso vale per tutti, solo che alcuni non lo danno a vedere e tengono per loro questa sensazione di non-appartenenza, ponendo l’accento solo sulle uguaglianze, e sono secondo me le persone più equilibrate (i Francesco, le Elisa, le Rossella), che alle volte invidio. Altri mettono a tacere il loro senso critico pur di sentirsi parte di qualcosa, sorvolando sulle discrepanze; altri ancora non fanno mai sentire la loro voce perché hanno paura di essere considerati diversi; entrambi, a differenza del primo gruppo, tendono ad attaccare le diversità altrui.

E poi ci sono quelli che affermano le loro differenze dagli altri al di sopra delle similitudini, perché le prime sono importanti quanto le seconde per sentirci sempre noi stessi. Non è l’essere diversi a fare di noi dei ‘freak’, ma il vivere allo scoperto la sensazione di non sentirci mai completamente a casa, mai completamente rappresentati dalle idee degli altri, sempre presi da una sorta di nostalgia per ciò che è stato e a cui avremmo potuto ‘appartenere’, ma che probabilmente è esistito più nella letteratura e nell’arte che nella realtà.

A Simona e Riccardo, che con alcune cose saranno d’accordo e con tante altre no, perché sono diversi da me e affermano sempre la loro diversità rispetto a chiunque altro.

7 commenti:

  1. Ammmmmore, ti scrivo con calma domani. Ahahah 😘

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  2. Amo i tuoi post. Vedi, ci sono post onirici, semplicemente splendidi o ordinari, che il tempo inesorabilmente schiaccia. Alla lunga i commenti di un bel post si somigliano, sgomitano tra loro. Il commentatore fa capriole per rispondere adeguatamente. E tra "belle foto" e tu "sei poesia" scatta lo sbadiglio (per questo sono scappata da qui. I miei commentatori, poveri, erano costretti a lasciare sempre le stesse frasi. Non sono una liberale?). I tuoi post sono così pieni di cose che mi viene sempre voglia di urlare dopo averli letti. Precisa e puntuale. Ti ho sempre detto che ci somigliamo, anzi che vorrei essere te (essere me è complicato. Ho una testa eclettica racchiusa in un corpo stanco... e pure bruttino... ahahah). Se scrivessi come te sarei un genio - pazienza - e non che tu non lo sia, chissà -. I social, internet... È cambiato tutto, prima smanettavo (non sono mai stata brava come te, e non lo dico per adularti, anche perché non ci guadagnamo nulla), ero arrivata ad amare e simpatizzare per photoshop, ma, e te la faccio breve, c'era sempre qualcuno che mi smontava e, al di là di tutto, sono una persona insicura ed è facile ferirmi... ho imparato a simulare. Non ho provato tutti i social, ma sono inscritta quasi ovunque. Facebook lo uso per le Elene, la Claudia (che mi ricorda il fu Morfeo e vabbeh), Afra, Kapi, Natasa e qualche altro. Poi, li ho ancora Jessica e fa parte dei miei ricordi. Twitter non mi trovo. Instagram non so manco perché lo tengo. Mi sveglio con la volontà di postare le foto più belle e metto quelle del cellulare. Dio quanto sono pigra! E di foto ne faccio pure... ora voglio prendermi una polaroid. Di politica parlo poco, litigo sempre con tutti. Non parlo mai di cinema per la stessa ragione - per me gli altri non capiscono un tubo di film, ahahah (ho smontato Bohemian Rhapsody dopo aver visto gli occhi azzurri di Malek) . Asimov mi ricorda L. e bei tempi andati. Era fissato con le leggi della robotica, si sa, mi piacciono i Darcy e finisco con i Leonard 😉. Mi fermo va... altrimenti più che un post, scrivo il giornaletto delle vecchie marmotte. Hai mai visto una marmotta da vicino? Sono bellissime!!! Vabbeh... un abbraccio!

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    1. Presente! E mi sento un sacco in colpa quando commento a te e Rossella "che belle foto! vorrei aver scritto questo post! sei un'inspirazione!", lo penso davvero ma mentre scrivo mi dico da sola 'ma ancora?'.
      Anche io mi smonto facilmente, per assurdo soprattutto per i commenti di quelli che non ne capiscono nulla, che non fanno parte di un certo mondo, magari i blogger mi dicono che scrivo bene e ho un bel blog, poi arriva quello che guarda solo le figure della Gazzetta dello sport e mi dice che sono una noia, e sbem autostima a terra. Come si sarà capito da altri commenti mi smontano più quelli che dicono 'questa cosa non è da te' anziché fare un commento, per quanto negativo, su ciò che faccio. Come se fotografare voglia dire fotografare sempre, scrivere scrivere sempre, suonare fare e parlare solo di quello, ecc. Ma esiste veramente gente così bidimensionale?
      Al di là di tutto penso che tu possa tranquillamente avere uno di quegli account Instagram di cui parlo nel post ;)
      No non ho mai visto una marmotta da vicino haha, e sì di cinema non ne capisce nulla quasi nessuno, io non ne capisco nulla, i film che mi piacciono non è detto che piacciano a tutti o che piacciano per le mie stesse ragioni, spesso rispondo "non guardo film" anche se non è vero. Era con te che dicevamo sempre che chi si definisce cinefilo solitamente è solo uno che guarda ogni tipo di film e gli piace praticamente tutto? Forse pensano che siccome ha fatto di Tarantino un genio varrà anche per loro!
      Grazie per tutti i complimenti, davvero :)))

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  3. Hai fatto una splendida descrizione di te stessa. Quello che leggo è il ritratto di una persona con i suoi pregi e difetti come tutti, ma, a mio avviso, speciale, piena di interessi e di curiosità, e dato che ti ho conosciuta, posso aggiungere di grande sensibilità e cultura.
    Magari sapessi usare il web come te! Io sono una frana, ma a mia discolpa posso dire che ho imparato tardi. Al di là del dato di fatto che con queste tecnologie moderne sono pasticciona e che capirle mi annoia, c'è anche il problema che non so mai come dire le cose, spesso mi sembra di essere noiosa e in più ogni parola detta nei social rischia di essere pesata in senso negativo, e tutto questo è troppo faticoso, e quindi sorge la domanda "ma chi me lo fa fare?". Vengo anche da una generazione che è cresciuta con il "telefono fisso e duplex" ed era tutto quello che c'era per parlarsi senza vedersi, per cui, sarà l'abitudine, preferisco ancora i vecchi metodi. Lo dico sinceramente: Facebook mi dava anche un po' di ansia, forse perché sono tutti così animosi, tutti "amici" pronti ai vaffa non appena esprimi un pensiero che non coincide con le loro verità, e alla mia età e gli ormoni fuori fase preferisco gli ambienti peace and love (nel senso "armonia" e non hippie) dove ognuno può essere se stesso ;) e sempre più difficili da trovare.
    Ovviamente, su miti ecc... che dire: siamo su una identica lunghezza d'onda. E i tuoi studi e ricerche sono illuminanti! Il jazz non fa impazzire neanche me, ma sull'onda Bob Fosse ho fatto anni di danza jazz. Poi a Roma ho fatto un annetto di chitarra jazz ed ero arrivata a fare piccole improvvisazioni, poi ho smesso, ho dato via la chitarra, non ho più ascoltato un pezzo jazz da allora e non ricordo più dove stanno le note sui "tasti" della chitarra. Ho le mani piccole e le note suonate col mignolo erano sempre un po' stonate :DD. Ho passato la mia gioventù con la new wave, new age, rock e musica celtica, i miei preferiti erano e sono Enya, Loreena Mckennitt, i Cure, gli Smiths con la stupenda voce di Morrissey, e mi piaceva Springsteen e gli U2. Nulla a che fare col jazz :DD . Parlavi delle diversità (di personalità e pensiero vero?) che a volte le persone attaccano, a volte reclamano la propria. È che ci si misura rispetto agli altri. Nel tempo ho imparato a non farlo, non mi chiedo se ciò che dico o penso è diverso e rispetto a chi, lo dico e basta, cercando il modo migliore per farlo (e mica è sempre semplice :) poi sul web.. figuriamoci! ). C'è sempre chi è d'accordo e chi no. Non importa. Basta rispettarsi. In fondo siamo tutti esseri unici, e quindi con le proprie unicità, eppure anche tutti uguali e come disse una volta la mitica Jessica Morgana "al bagno facciamo tutti le stesse facce" :DDD
    Un abbraccione grandissimo ����

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    1. I segni in fondo erano smile. Vabbè. Li sostituisco con questo :****

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    2. Grazie! Cerco sempre di descrivermi senza eccessi e provando a non mettermi in una posizione polemica, ma mi chiedo se ci riesco veramente, le persone ‘come me’ corrono sempre il rischio di passare per polemiche (e spesso lo siamo) ;)
      Che dire, per i social nutriamo gli stessi sentimenti, e anche per la musica, la voce di Morrissey tocca l’anima.
      Per quanto riguarda la diversità, approfitto del tuo commento per spiegare cosa intendessi, visto che forse non sono stata chiarissima (mi riferisco ai commentatori ‘privati’, non a te e Simona). Mi riferivo a tutti i tipi di diversità, senza accezioni particolari, perché ogni diversità può essere positiva o negativa per chi la osserva e giudica, quindi ho inteso il concetto in senso prettamente neutro. Viceversa il punto di vista sia esterno che interno di cui parlo è quello ‘negativo’, nel senso che ho preso in considerazione chi giudica la diversità con ostilità e chi sentendosi diverso prova per questo sentimenti negativi, come l’esclusione, la solitudine, il senso di estraneità e di incomprensione. Sono estremamente rare quelle persone che giudicano positivamente la diversità, ancora più rare quelle che lo fanno davvero nella pratica e non solo concettualmente, e quasi nessuno dice a un altro “sei diverso” in senso positivo senza secondi fini.
      Un grande abbraccio anche a te! <3

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  4. Forse dipende da chi legge, ma per me ti sai descrivere benissimo. <3

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