bimbilla

mercoledì 5 ottobre 2016

Radici: Baschi

Sabato io e F. abbiamo fatto un'escursione in un posto incantevole, il Bosco del Sasseto, nella Tuscia. La giornata è stata fantastica, il bosco e il borgo sono davvero belli, avrei voluto dedicargli subito un post ma poi qualcosa mi ha fatto cambiare idea.

Tre escursioniste del mio gruppo venivano da Baschi, un paese vicino Orvieto, in Umbria. Entrambi i miei nonni paterni provengono da lì e spesso da piccola venivo portata a trovare i parenti. Le visite sono diventata più rare con l'adolescenza ma qualche anno fa è stata ristrutturata la casa di famiglia e così, quando ci va, ci trascorriamo del tempo.

Quando siamo a Baschi se giriamo nel paese generalmente passeggiamo nella parte antica o tra i poggi, le zone più caratteristiche. Poi si val al bar, all'alimentari e a far benzina nella parte nuova, ma non mi ero mai preoccupata che qualcuno mi riconoscesse o si ricordasse di avermi già vista. Non ho amici della mia età, i parenti anziani sono mancati quasi tutti, quelli più giovani spesso vivono altrove, quindi mi conoscono e conosco pochissime persone. Quando ci fermiamo per più giorni poi approfittiamo della casa come base per spostarci tra Umbria e Tuscia e visitare paesini e cittadine, tornando a casa alla sera.

Delle tre baschiesi ovviamente nessuna ci aveva mai visti o notati, ma del resto mi avrebbe sorpresa il contrario. Con una delle tre mi ero già fermata a chiacchierare e avevo scoperto che andava a scuola con una cugina di papà, era dubbiosa sul fatto che effettivamente tornassi ancora in paese, ma le avevo spiegato dove abitiamo e il dubbio sembrava fugato.

Invece subito dopo una delle sue amiche, agguerritissima, ci ha dato non troppo velatamente e con una certa stizza dei bugiardi davanti al resto del gruppo, solo perché loro non ci avevano mai visti prima. Rimango dell'idea che sia una prova un po' misera, ma così è andata, spero nell'indifferenza generale, mentre io lì per lì ci sono rimasta male.

Così ci ho riflettuto e ho pensato che questa fosse una buona occasione non solo per parlare di Baschi, ma anche per condividerne le immagini e i ricordi che porto sempre con me fin da bambina.

***
Le foto sono di varie stagioni e degli ultimi quattro anni.


Questa è la piazza che fin da piccola mi annunciava l'arrivo a destinazione, alle spalle si lascia il paese nuovo mentre oltre la casa arancione comincia il borgo vero e proprio. La piazza è stata resa un parcheggio ma mi raccontano che una volta aveva un aspetto diverso. Secondo me comunque è ancora carina, soprattutto per la scelta - mi pare recente - di aver dipinto le case di tanti colori.


Di fronte questa prima piazza, sulla sinistra, c'è quella del municipio col Monumento ai caduti per la patria (1915-1918) e ai caduti nella guerra (1940-1945).


Alla sinistra del municipio ci si può affacciare dalla terrazza sul panorama dei poggi.




Dalla strada sotto la terrazza si può passeggiare tra gli alberi e le vigne. Anche il mio bisnonno aveva una vigna, che poi ha lavorato il mio prozio e adesso è delle figlie perché lui è molto anziano. Ho assaggiato solo il vino del prozio ma dicono che quello del bisnonno fosse davvero buono.



Dalla piazza, dalla terrazza e dalla strada che passa sotto il paese è possibile vedere la torre del campanile, che ho sempre trovato una delle cose più caratteristiche di Baschi. Infatti il paese è visibile anche dall'autostrada e la torre è visibile anche da lì. Ogni volta che faccio la Roma-Firenze passo sotto il paese e quando lo vedo dalla macchina non manco mai di esclamare Baschi! come quando ero piccola.



Il campanile appartiene alla chiesa di San Nicolò, che si trova dietro il municipio, anche lei molto graziosa e affacciata su una minuscola piazzetta a terrazzo.



Il paese vecchio è tutto in pendenza a scendere dalla piazza. In fondo si trovano le fontane dove una volta si andava a fare il bucato e dove l'acqua scorre ancora.




Prima di scendere alle fontane c'è un archetto dopo il quale la strada piega a gomito formando un balconcino che affaccia in lontananza sul Tevere. 



Il posto e la vista sono molto romantici, unica pecca è come dicevo il passaggio dell'autostrada e della ferrovia proprio lì sotto, che danno più fastidio all'udito che alla vista. Comunque per me è uno degli angoli più belli di Baschi.


Come ogni borgo Baschi ha tante strade belle e caratteristiche, ma fin qui ho scelto di mostrare solo i punti che per me hanno un particolare significato, che costituiscono un riferimento visivo nello spazio che colgo immediatamente ogni volta che arrivo, quindi forse non sceglierò le foto più belle ma sicuramente le più significative.




Per concludere, non c'è tour fotografico senza foto di gatti. Ne avrei a bizzeffe, ma voglio mettere una gatta sola, che ha vissuto quasi vent'anni, sfornando regolarmente una cucciolata ogni tre mesi, mamma dei gatti di mio papà e fedele compagna di mio prozio. Praticamente ogni gatto di Baschi è suo discendente.


giovedì 25 agosto 2016

Terremoti, odio e social


Sono di Roma ed ho la fortuna di vivere su una zona non sismica, questo significa che sotto la mia città non si generano terremoti, ma è abbastanza vicina alle zone calde dell'Appennino da sentire e risentire delle scosse di una certa intensità. Proprio per la conformazione geologica dei Sette Colli le scosse più intense si avvertono bene e le costruzioni più grandi possono subire qualche danno. (*) Queste ragioni portano alcuni romani a spaventarsi quando vengono svegliati nel cuore della notte da un terremoto. Negli ultimi giorni questo spavento è stata una delle innumerevoli ragioni legate al terremoto per cui le persone si sono urlate contro sui social.

Ho letto gente che abita a 80km da Amatrice intimare ai romani (che abitano a 100) di non permettersi di spaventarsi perché è un insulto verso di loro. Ma questo è niente rispetto alla desolazione, alla sconfitta e alla tristezza che suscitano ben altri tipi di commenti. Nonostante sappia che dovrei passare oltre, che le persone davanti ad una tastiera lasciano andare le dita senza pensare, che magari le stesse persone nella vita di tutti i giorni sono brava gente con qualche idea all'antica, o dei poveracci convinti che i loro mali siano peggiori di quelli degli altri e che quindi non muovono e non muoveranno mai un dito per nessuno, leggere certe esternazioni mi provoca sempre amarezza.

A quanto pare:
- il terremoto è stato una punizione divina per i matrimoni gay o una punizione karmica per l'invenzione del sugo all'amatriciana (è importante non discriminare nessuna religione),
- l''Italia è un paese del Terzo Mondo, per colpa di Renzi, della UE e delle banche (vi ci manderei a vivere per un po' nel TM),
- gli immigrati ricevono 35€ al giorno, contanti, un cellulare e una camera d'albergo 5 stelle, da cui dovrebbero essere sfollati per far posto ai terremotati (convinceteli voi i terremotati a dormire sotto un tetto e ad allontanarsi dalle loro abitazioni che potrebbero ancora contenere frammenti recuperabili di una vita che è passata; precisare che gli immigrati prendono poco più di 1€ al giorno, che i finanziamenti sono UE e che gli albergatori scelgono se e a chi mettere a disposizione le loro strutture suppongo sia inutile),
- i richiedenti asilo danno una mano solo per interesse personale e comunque è meno di 1/10 di quanto dovrebbero fare per sdebitarsi con il Paese,
- se un vip non fa beneficenza è cattivo ma se la fa è ancora più cattivo perché dovrebbe risarcire ogni abitante della terra della ricchezza che si è (immeritatamente) guadagnato, e comunque qualsiasi cosa faccia è meno di 1/10 di quanto avrebbe dovuto fare per un paese che manco è il suo,
- fare beneficenza è comunque sbagliato perché si prendono tutto le banche.

Dopo gli ignoranti e gli arrabbiati (che spesso coincidono), ci sono i complottari, persone che hanno bisogno di attribuire ad ogni evento, anche il più caotico, una causa per loro razionale e quindi almeno ipoteticamente controllabile, e il fatto che nel nostro paese si condannino i sismologi per non aver previsto i terremoti mi fa pensare che come popolo abbiamo davvero tanto bisogno di sentirci in grado di controllare il caos, che sia tramite la fede nell'iraconda mano di Dio o in un qualche strumento in grado di far esplodere terremoti a distanza.

Io davvero non capisco perché di fronte ad ogni evento la reazione debba essere di odio e rabbia verso qualcuno, non capisco se è questa Italia a essere così, l'Italia delle nonne sui pianerottoli che signora mia non mi dica niente, sapesse quello che ho passato io, o se tutti i popoli del mondo sono così, se in tutto il mondo gli uomini reagiscono contro un nemico che esiste solo nelle loro teste insultando e sbraitando, e non hanno pietà per altri che per loro stessi, e mi chiedo poi a che titolo si sentano così derelitti, perché a volte io questa povertà e questa disperazione che si arrogano non la vedo, ma non voglio fare la fine di quelli che ce l'hanno coi migranti perché hanno l'iPhone e sospendo il giudizio.

È tutta una questione di odio: uomini che odiano le donne, donne che odiano gli uomini perché le odiano, altri uomini che si sentono ingiustamente accusati di essere mostri, animali e stupratori da sedicenti femministe che finiscono per essere odiate dalle stesse donne (e femministe vere). Gente che fa scelte alimentari diverse e spesso assurde che odia chiunque mangi qualcosa di diverso da loro e questi che li odiano di rimando. Normopeso che odiano gli obesi che odiano le anoressiche che odiano se stesse. Imprenditori e professionisti che odiano gli impiegati pubblici e gli insegnanti perché convinti che siano un'intera classe di parassiti sociali, così come chi ha scelto di non proseguire con gli studi universitari ce l'ha con chi l'ha fatto perché io mi sono andato a guadagnare il pane e non peso sulla mia famiglia e sullo stato, perché in questo paese essersi laureati è una scelta da snob, lo era ai tempi dei miei genitori e lo è ancora tra i miei coetanei, e comunque chi vi viene a dire niente se non volete fare l'università?

Ogni individuo e ogni gruppo si è trovato qualche categoria da odiare: medici e mala sanità, ricercatori scientifici e vaccini, giornalisti, politici, kaste, ricchi ma anche gli altri poveri. Lo stupido e cieco odio che tutti nutrono verso tutti è a tratti soffocante. Eppure non sono una buona, sono sarcastica e cinica, mi sta sulle palle un sacco di gente e non mi faccio problemi a fare due pettegolezzi con gli amici, ma proprio per questo mi chiedo come facciano queste persone, molte delle quali non dubito si ritengano esseri umani buoni e giusti, ad essere così incarognite senza un motivo valido, a fare dei ragionamenti così privi di ogni fondamento scientifico, logico e razionale, che però gli danno abbastanza forza da odiare. Ma forse loro odiano e basta, e gli argomenti sono solo una scusa per articolare il loro odio.



Silvia



(*) Fonte 1, Fonte 2, Fonte 3 (aggiornate al novembre 2016).