bimbilla

sabato 12 gennaio 2019

"Tu non hai figli, non puoi capire"

Ultimamente mi sono data alla visione di programmi trash ed ho scoperto che strumento quasi imprescindibile per chiunque voglia condividere le proprie opinioni in merito è Twitter, così mi sono lanciata ed ho creato il mio account che ovviamente riempio di commenti non richiesti. Oltre ai trashofili, due categorie di twitteri che vanno per la maggiore sono i politologi e i lamentosi. Se hai una cosa qualsiasi di cui senti il bisogno di lagnarti in 180 caratteri Twitter è il posto giusto per te, se lo fai in modo divertente ti seguo e anche volentieri perché due risate sul male di vivere non guastano mai.

Oggi, grazie a un tweet-lamento random, ho scoperto che se vuoi veramente fare incazzare qualcuno è sufficiente recitare la formula magica "tu non hai figli, non puoi capire". Purtroppo nonostante i sette mesi e mezzo di maternità non ho avuto ancora modo di dirlo a nessuno, ma credo che inizierò a farlo a caso solo per vedere la gente impazzire. "Come stai oggi?", "Eh, tu non hai figli, non puoi capire", e giù di crisi idrofoba e attacco epilettico. E' tipo un superpotere. Praticamente funziona così: se vai da un minatore e gli dici quanto sia faticoso il tuo lavoro di impiegato, quello te sbrocca, e ce stai; se vai da una persona che 'lavora al pubblico' e gli dici come dovrebbe comportarsi coi clienti, quando te fai il programmatore, te se magna vivo, e ce stai; se vai da un palestrato e provi a spiegargli quali proteine dovrebbe assumere e te hai 15kg de sovrappeso, te ride in faccia e se gira dall'altra parte, e ce stai. Ma se sei genitore e provi a dire ad uno che non lo è che forse te sai de che parli e lui no, occhio alla giugulare ché è un attimo che te la apre a mozzichi.

Inutile dire che se non vesti i panni di un altro non sai cosa prova, che ogni situazione è a sé stante, che persino io da mamma se sento un'altra lamentare un problema che non ho vissuto in prima persona, perché magari m'ha detto bene o ho fatto una cosa in maniera diversa e non m'è capitato lo stesso incidente di percorso, mi cucio la bocca, ascolto lo sfogo dell'altra e me faccio un paccotto de cazzi miei evitando di dare consigli. Se invece abbiamo vissuto lo stesso episodio allora racconto come l'ho superato io, ma se l'altra vuole provare a fare come me o no non mi riguarda, anche perché so' madre dall'altro ieri e magari a una che lo è dalla settimana scorsa glie po' rode anche un pochetto se salgo in cattedra, ma anche una che è madre da stamattina potrebbe non gradire.

Sì perché quando hai un figlio impari una cosa prima ancora di partorirlo: tutti sanno meglio di te come dovresti crescerlo. Non importa quanto siano stati anaffettivi o abbiano sbagliato con te i tuoi genitori, tuo figlio lo crescerebbero meglio loro. Poi ci sono ginecologi, ostetrici e pediatri che non hanno mai, e dico mai, due pareri concordi su come dovresti affrontare un determinato problema, ma una cosa la sanno benissimo: se succede qualcosa la colpa è tua. Nella pancia non cresce? E' perché mangi male, uno dice che mangi troppi carboidrati, l'altro che ne mangi troppi pochi, un altro è sicurissimo che dovresti nutrirti di solo prana, ma comunque la colpa è tua che non sai magnà, non c'è altra possibilità, e quando il bambino nasce e sta 'na crema nessuno dirà "me sa che avevo detto 'na cazzata", capace che la colpa è tua che t'eri messa male sul lettino durante la morfologica e gli avevi sballato le misure.

Dopo che è nato ancora non cresce quanto dicono loro? Non mangi abbastanza, poco importa se invece che dimagrire come le altre stai lievitando come un panettone di Massari, chiaramente non stai mangiando, perché non c'è altra possibilità che il pupo non cresca se non che tu stai a fa' qualcosa de sbajato. Pure se non glie ne frega di attaccarsi al seno la colpa è tua, io mi sono armata per cinque mesi di qualunque forma e misura di tiralatte, cucchiaini, biberon, strani attrezzi con cannule da appiccicarsi addosso con lo scotch e Margherita comunque metteva su meno della metà del peso che doveva. Ma, secondo specialisti, amici e parenti, se la pupa non metteva su peso era chiaramente perché le davo troppo latte artificiale, perché glie ne davo troppo poco, perché usavo il biberon, perché non lo usavo, perché la attaccavo troppo poco al seno, perché la attaccavo troppo, e l'unica soluzione era smettere di allattarla al seno, allattarla esclusivamente al seno e alternare seno e biberon. La bambina al seno la attaccavo male e la attaccavo bene, a seconda dell'ostetrico e della posizione della costellazione dell'Acquario.

Capite a che punto arriva il "tu non hai figli, non puoi capire" o "tu non sei me e non hai questo figlio, quindi non puoi capire"? Quando a 'na certa avete sbragato talmente tutti quanti il cazzo con le vostre ottomila opinioni tutte diverse ma 'chiaramente' le uniche giuste possibili, dal pediatra al parroco passando per il fruttivendolo, che uno sbotta male, anche perché magari non v'ha manco chiesto un parere o perché sta già frustrato dalla situazione in sé per sé e non è propriamente in vena di paternali. Per dire, un bambino che sembra non crescere nella pancia, con metà dei ginecologi che minaccia di indurti il parto a sette mesi per metterlo in incubatrice, e che quando nasce non mette su peso ma anzi ne perde, n'è che te manda proprio a letto sereno e col sorriso eh, pure se non ce ricordate ogni cinque secondi che è 'na cosa brutta se avvilimo uguale da soli, grazie lo stesso, come avessimo accettato.

I professionisti, giustamente, sono quelli che ce restano più male. "Che fai non me dai retta? C'ho la laurea!". Sì amore mio, ma come te ce l'hanno gli altri otto ginecologi che m'hanno visto la patata solo 'sto mese, e ti assicuro che se ve metto tutti in una stanza ve scannate perché pare che avete studiato otto cose e visto otto patate diverse. E uguale amici e parenti. Capisco che dal vostro punto di vista quello che dite è molto sensato, logico e giusto, ma se dessimo retta a tutti quelli che sono convinti di dire cose sensate, logiche e giuste, probabilmente i ragazzini ci prenderebbero fuoco in mano. Non è che non vi reputiamo in grado di dare un parere, ma se dal vostro punto di vista è Il parere, dal nostre è un, e alla fin fine quale seguire e se seguirne uno lo decidiamo noi, che nella situazione che per voi si risolverebbe con un click ci viviamo, e a differenza vostra viviamo il non indifferente carico psico-emotivo che quello è nostro figlio e che la sua vita dipende da noi e qualunque cosa andrà male sarà a causa nostra e qualunque cosa andrà bene sarà nonostante noi. Dopo un po' il "sì ok ma comunque sticazzi" arriva d'ufficio.

La banale verità infatti è che un figlio come lo cresci lo cresci male. A 'na certa sarà incazzato nero con te e penserà che chiunque sarebbe stato un genitore migliore di te, pure una coppia di tossici o di diavoli della Tasmania, e se ti giudicherà particolarmente incapace anche quando avrà 50 anni con te sarà sempre un 15enne scassacazzo e riottoso che te farà la guerra come se tu avessi ancora 40 anni e la forza de daglie retta. I più coraggiosi hanno l'utopica speranza che i figli non sogneranno mai di ballargli la macarena sulla tomba, ma basta guardare come si comportano i nostri genitori coi nostri adorati e mitizzati nonni per rimettere i piedi per terra. Tutti abbiamo un'idea che secondo noi è giusta su come allevare i figli, il più delle volte è fare proprio uguale ai nostri genitori o totalmente all'opposto, come quella lì ma mai e poi mai come quello là.

La differenza tra chi ha un figlio e chi non ce l'ha è che chi ha un figlio ha provato a mettere in pratica questa idea è s'è potuto rendere conto, fin dalla prima ora, che nella pratica era molto peggio di com'era in teoria, che pure se a te sembrava fenomenale a tu fijo magari glie fa schifo e che non in tutti i momenti, in tutte le situazioni, tutti i giorni della tua vita riesci a tenere il tuo irrealistico punto. Perché sei solo un essere umano, a volte ti sveglierai con la luna storta, altre non avrai la prontezza di fare la cosa 'giusta' al momento giusto, e pure se qualcuno vorrebbe che per fare un figlio rilasciassero un patentino, dopo aver sostenuto un esame di anatomia e ricevuto un attestato di accertata sanità mentale, rimane il fatto che per riprodursi spesso basta volerlo e a volte capita pure per caso. State rilassati, che la pedagogia l'hanno inventata più o meno nel 1950 ma l'umanità si riproduce da un pochetto di più.

E' normale non capire cosa prova un altro ed è normale non capire cosa si prova in una situazione che non si è mai vissuta, provate a immaginare quanto sia difficile capire le due cose insieme. Pensate a tutte le volte che qualcuno v'ha detto "io farei così" col vostro lavoro, il vostro compagno, il vostro animale domestico o la vostra casa, e ora provate a immaginare che ve lo dica qualcuno che non ha mai lavorato, non ha mai avuto un compagno, un animale domestico o una casa e soprattutto che non è voi, cosa gli rispondereste? Pensate anche a tutte le volte in cui sapevate esattamente come vi sareste comportati in una determinata situazione, e poi quando si è presentata avete fatto tutt'altro.

Questo è un post ironico, non ha la pretesa di far capire niente a nessuno, di cambiare l'opinione di nessuno, quando non avevo figli la pensavo esattamente come chi non ha figli, ora che ne ho uno la penso esattamente come chi ne ha. E' normale che non si parli la stessa lingua, come è normale vedere qualcuno che sbaglia e avere voglia di scuoterlo e dirgli "smettila, non vedi che fai solo danni", e forse è anche normale non avere dubbi sul fatto che noi sapremmo fare sicuramente meglio, perché tanto quella precisa situazione non la vivremo mai e non avremo mai la prova che faremmo davvero meglio o peggio, un po' come quando si urla contro l'allenatore durante il derby.

E questo come dicevo vale anche per gli altri genitori, vedo tutti i giorni diatribe tra madri di quattro figli che fanno due lavori eppure hanno la casa tirata a lustro e sono sempre truccate e vestite in modo impeccabile, e madri di un figlio solo, casalinghe, che a volte arrivano a sera senza ricordare se quel giorno si sono mai lavate i denti. E' tutto un rinfacciarsi chi ha più aiuti, più soldi, più forza di volontà, e va bene così perché dopotutto essere genitori è solo una delle espressioni della vita umana, tra un "dovresti fare così" e l'altro. Alla fin fine se damo tante arie, ma stamo solo a porta' avanti 'na specie tra le tante.