bimbilla

sabato 3 giugno 2017

-3

Un'altra estate è alle porte, anzi a giudicare dal clima è già arrivata. È una stagione che mi mette angoscia, l'ansia ce l'ho sempre quindi sarebbe inutile sottolinearla, sono fatta al 90% d'ansia. Il mio primo attacco di panico fu in estate, l'anno della maturità; entrambi i miei nonni scomparsi sono mancati in estate; il mio primo cane pure. Da piccola amavo l'estate e cerco di giustificare questo mio mutato stato d'animo sottolineando le cose brutte che sono capitate in questa stagione, ma la verità è che le cose brutte capitano tutto l'anno, solo che se capitano quando sei già angosciato di tuo le noti di più. Magari è il caldo, non amo il caldo (intendo quello senza mare e sopra i 32°), potrebbe essere che il fastidio di sottofondo che provo mi peggiori anche l'umore.

Ogni anno attendo speranzosa l'arrivo dell'autunno, le pioggerelline, i maglioncini di filo, un nuovo inizio, perché per me il vero capodanno è in settembre, col primo raccolto autunnale, la ripresa del lavoro e della scuola. Settembre è anche il mese del mio compleanno, quindi è il momento in cui tiro doppiamente le somme, ricomincia la vita ed io sono un anno più vecchia, ho davanti un nuovo anno in tutti i sensi, in cui voglio e devo fare meglio. Fino a qualche anno fa era un bel momento, carico di speranze ed aspettative, col tempo ho cominciato a considerare anche le implicazioni negative, e cioè il fatto che se finalmente è tornato l'autunno significa anche che un altro anno è passato senza che infondo nulla sia cambiato davvero, come se non avessi sfruttato appieno il tempo a disposizione, ne avessi sprecato tanto e per giunta ora con un anno in meno davanti.

Meno tre mesi a settembre, meno tre mesi ai trent'anni, meno tre esami alla laurea e probabilmente meno tre mesi alla laurea. Mi sarei dovuta e potuta laureare a gennaio ma mi sono ancorata, perdo più tempo del necessario sugli esami e mi sono anche concessa il lusso di rifiutare dei voti seppure buoni. Se non mi invento altri modi per perdere tempo mi potrei laureare in settembre e non so se mi angoscia di più la laurea in sé o il pericolo che stavolta potrei davvero laurearmi. E dopo? Dopo sì che sarebbe un nuovo inizio, una pagina bianca (magari giallina va), che potrebbe di nuovo caricarsi di aspettative e buoni propositi, proprio come quando iniziava un nuovo anno scolastico e stavolta farò sempre i compiti e non farò sega a scuola (va be' magari una al mese).

Cosa farò dopo? Come sarà la mia vita da adulta? No sul serio, a trent'anni, con una casa, un quasi-marito e il progetto di crearmi una famiglia il livello di maturità che percepisco in me è su per giù animatore di villaggio turistico. Cosa verrà dopo questa benedetta laurea che ormai è diventata una scusa per non crescere, per rimanere nel mio sicuro ma al tempo stesso angosciante limbo? 

Mi iscriverò alla magistrale? E per fare che? Magistrale in Storia delle religioni, se faccio gli esami giusti posso insegnare storia e filosofia nei licei, sì ma tra quanti anni? Allora dottorato, se me lo faranno fare, e poi? Con il nuovo sistema universitario non esistono più i ricercatori a vita, dopo o trovi il modo di diventare professore associato o al massimo puoi fare il cultore della materia, molto nobile ma gratuito, ed il mondo accademico è già saturo.

Con la laurea in storia delle religioni potrei tentare la strada del mediatore culturale nei centri di accoglienza, oppure lavorare per l'integrazione religiosa. Altre mie amiche già lo fanno con soddisfazione, ma è un settore difficile, soprattutto il primo, non basta la preparazione, ci vuole anche stamina.

In giugno alla scuola di musica si possono dare gli esami con validità internazionale, discussa la tesi potrei prepararmi e dare a giugno 2018 la laurea breve in musica e poi finire il percorso negli anni successivi per ottenere l'abilitazione all'insegnamento, magari cominciando già ad insegnare ai principianti. Ma troverei lavoro? 

Altre persone al mio posto sarebbero probabilmente eccitate ed entusiaste pensando a tutte le possibilità che gli si dispiegano davanti. Io respiro male, fumo (ho smesso da anni ma sotto esame...), mangio dolci che nemmeno mi vanno o mi piacciono (comfort food un cavolo) e che poi mi tocca smaltire, raggiungo ragguardevoli picchi di ipocondria e penso dio mio ho solo tre mesi, e non ho nemmeno iniziato la tesi.

Saranno tre mesi di panico, pena ed angoscia dispiegati davanti ad un baratro di oscurità e vuoto infiniti. E probabilmente finirò a scrivere pessime canzoni death metal.

4 commenti:

  1. Non parlarmi di estate!!!! È bella solo se stai in vacanza. Con questo caldo umido, stasera avevo il pavimento della cucina invaso dai moscerini, attratti dalla luce, una cosa mai successa. E la sofferenza al caldo per me è patologica, mi fa sempre male qualcosa (stomaco, arti) e mi si blocca il respiro, e anche a me crea ansia. Per non parlare delle zanzare, insetti vari, umidità, sudore che mi fa venire pruriti e bollicine, eritemi, duemila docce al giorno...e anche io ansia, e conto alla rovescia in attesa dell' autunno. Siamo nate entrambe a Settembre!!! :)) Ehi! Ricorda che quando avrai dato la tesi, mi piacerebbe leggerla. Capisco il tuo pensiero, e la preoccupazione di non avere sbocchi....io ti vedo bene come insegnante. In fondo non possiamo sapere quale sentiero ci aspetta se non finiamo il sentiero che stiamo percorrendo.
    Tu sei BRAVA!!! Ricordalo. Puoi fare belle cose, su ciò che vuoi, anche scrivere un libro o chissà quale altra cosa, hai una notevole proprietà di linguaggio e grande cultura.
    Un abbraccio
    Niv

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    1. E' proprio vero, infatti basta indugiare e finiamo questa cosa che non se ne può più :D Spesso ho dubitato della possibilità di insegnare, gente che ti ascolta magari contro voglia e che non ha alcun interesse verso ciò che insegni. Ma poi un giorno ho avuto un flash e ho pensato anche al rovescio della medaglia: persone "costrette" a starti a sentire mentre parli delle cose che ti piacciono e si devono pure sorbire le tue opinioni in merito! Insomma, mica male :P Vedremo, come dici tu finché non finisco questo non posso iniziare col prossimo step ed è tutto da vedere :)
      Per il caldo stessa cosa, quanto vorrei andarmene al solito in Piemonte o magari più a nord, ma devo aspettare di chiudere con la laurea, sigh

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  2. Ho imparato ad amare l'estate quando ho iniziato a fregarmene dei miei attacchi di ansia (il primo è arrivato nel febbraio 2004), attacchi che mi hanno fatto capire tante cose sul mondo, me stessa e il rapporto con gli altri. 40 attacchi di panico al giorno, sono andata avanti due anni rovinando tutto quello che mi circondava. Ad ogni modo, sono una misantropa convinta. Per tutta la vita ho odiato il caldo, camminando parecchio e dovendo combattere le battaglie da sola, ho imparato a gestire l'insofferenza. Oggi amo tutte le stagioni e se gli altri riuscissero a vederne la bellezza non si sprecherebbe tanta acqua, energia e quant'altro. Fa nulla. Amo più le piante che gli essere umani ;). Detto questo, il caldo è come un attacco di ansia, lo si riesce a gestire soltanto non pensandoci. Certo, ogni persona ha la sua storia. E, lo sai, ho superato la mia "malattia" affrontandola giorno dopo giorno, anche quando il corpo simulava: paralisi, pressione alta e infarti. Quando raccontavo di un attacco di panico, le persone attorno a me dicevano che era frutto della testa... e a me veniva da rispondere: "Ma va? Non me lo dire?". Altre dicevano che erano ansiose pure loro, ma soltanto chi ha un attacco di ansia sa cosa voglia dire "ATTACCO DI ANSIA". Niente luoghi chiusi, grandi magazzini, piazze affollate, parchi divertimento, file in posta, file ovunque... Ti arriva come un macigno anche dinanzi ad una vetrina. Il tuo cuore esplode, il sangue circola troppo veloce, il respiro ti manca e ti senti opprimere. Talvolta basta sentirsi con i polmoni schiacciati per avvertire il "terrore". E mi sono stancata di aver paura del freddo, del caldo, del vuoto, della folla, dei cinema bui, del tempo che scorre, del lavoro che non arriva. Chi se ne frega! Non serve un esperto per sapere che non si guarisce del tutto, ma oggi quando il cuore scoppia all'improvviso, quando la paura bussa alla mia porta mando entrambi a quel paese. Fanculo mi dico e gli dico! Fanculo cazzo! Gli attacchi di panico non uccidono, il caldo, se non stai con la testa al sole per ore, non ti fa nulla! Quindi, fai come me, pensa sempre al futuro. Quando devo fare un intervento, e di medici in questi ultimi anni ne ho visti, sposto il pensiero al dopo. Che sia un esame, una tesi o un colloquio devi sempre dire "chi se ne frega!". Il chi se ne frega mi ha salvata. Certo, ora ho un negozio on line che non vale una mazza e ho degli amici di merda, ma... te sei te e come dice Rossella, te sai scrivere! E lo sai fare davvero. Non amo i complimenti, sono allergica. Non servono a niente, spesso nascondono imbrogli e falsità. Nel tuo caso, però, sono veri. In fondo, e non per modestia, so solo "lavorare", impartire ordini e rompere le palle. Se sapessi fotografare sul serio, scrivere o dipingere sarei un genio! ;) Non ti spaccare la testa e segui la tua strada, qualsiasi essa sia e te lo dice una che ha cambiato vita già tre volte... Ah... scusa il mio linguaggio colorito. Un abbraccio

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    1. Ci mancherebbe che ti scusi per il linguaggio colorito con me :P Prima di tutto mi spiace per gli amici di merda (il negozietto invece è adorabile) ma spero che almeno quelli on line lo siano un po' meno :) anche se non è facile stare vicini alle persone solo a distanza. Per quanto riguarda l'ansia, quella vera, l'hai descritta perfettamente, è così che mi sento. Devo sempre mantenere il controllo, su tutto, su me stessa in primis, non fare "figuracce", non mostrare le mie vere reazioni, dissimulare quello che penso dietro il sarcasmo, magari dicendo l'opposto di quello che penso davvero. L'ansia mi assale anche quando tutto sta andando bene, anzi a maggior ragione, se va tutto come dico io, se sono felice, se sono proprio dove voglio a fare quel che desidero fare: BAM, ansia. Tachicardia, soffocamento, dolori intercostali, vista annebbiata, tutto il pacchetto. Guai a rilassarmi, lasciarmi andare e godermi il momento, e se il momento di suo può portare un carico d'ansia aggiuntiva, quella che chiunque proverebbe in quel momento, allora diventa direttamente panico. Ho troppo bisogno di controllare tutto mentre dovrei fare come dici, chissenefrega, tanto questo momento è già passato e non esiste più. Tutti abbiamo delle qualità ma se ci facciamo prendere dall'ansia e dalla paura non possiamo nemmeno dimostrare chi siamo nel momento in cui per nostra stessa natura saremmo portati a dare il meglio, ed è proprio questo ciò che faccio, autosabotarmi come meglio posso. Sono contenta che tante persone abbiano delle "buone sensazioni" su di me e dovrei nutrire la mia autostima di questo, ma non solo, perché posso anche fallire o fare una figuraccia senza morirne, a tutto c'è rimedio tranne... Quindi chissenefrega, 100, 105, 110, insegnamento oppure no, l'importante è fare quello che mi va, al massimo lo farò fatto male ma chissenefrega di nuovo :) Partirò da questo e poi chissà magari il prossimo passo sarà un volo transatlantico :P
      :***

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